Settimana scorsa mi ero già occupato della bozza presentata da Mario Draghi del Decreto “Sostegni – Bis”. La garanzia statale sui mutui “prima casa” (leggi l’articolo) degli under 35 è sintomatica di un indirizzo politico che tende a facilitare le compravendite immobiliari per i più giovani. Ne è una riprova l’ultima modifica introdotta questa mattina dal Premier nella bozza del decreto. Per far meglio comprendere l’importanza della proposta occorre prima riassumere la normativa attualmente in vigore.
1.Quali sono le imposte che si pagano quando si compra casa?
Ogni volta che si acquista un bene immobile (non necessariamente un’abitazione ma anche un box, un magazzino, una cantina…) il nostro ordinamento prevede che l’acquirente debba pagare delle imposte. La prima e più onerosa delle imposte che quest’ultimo deve pagare è l’imposta di registro. Le altre due imposte sono l’imposta ipotecaria e l’imposta catastale. Queste ultime due sono determinate in misura fissa nella cifra di 100€ ciascuna. Il calcolo dell’imposta di registro è invece più complesso.
2.Come si calcola l’importo dell’imposta di registro?
Questa particolare (ed onerosa) imposta si calcola in base alla rendita catastale dell’immobile compravenduto. Facciamo un esempio: data 1.000€ la rendita catastale della casa, devo moltiplicare la stessa per un coefficiente fisso (115,5 nel caso di acquisto “prima casa” e 126 in caso di seconda casa). Il valore ottenuto – supponiamo per un acquisto “prima casa” – equivale a 115.500€. Questo valore viene definito “valore catastale”. L’imposta di registro dovuta dall’acquirente è pari al 2% del valore catastale. Nel nostro esempio equivale a 2.310€. Qualora fosse stato un acquisto “seconda casa” si sarebbe dovuto calcolare il 9% del valore.
3.Esiste un valore minimo per l’imposta di registro?
A volte accade che la rendita catastale, che come abbiamo visto è la base imponibile dell’imposta, sia molto bassa. Questo capita soprattutto nel caso di pertinenze vendute separatamente o nel caso di appartamenti accatastati come “popolari” o “ultrapopolari”. In questi casi il nostro ordinamento indica un’imposta minima, da pagare anche qualora dal calcolo visto sopra si ottenga un risultato inferiore. Il legislatore ha individuato questa cifra in 1.000 euro.
4.Come cambiano le imposte secondo la bozza del decreto “Sostegni bis”?
La norma in corso di approvazione prevede l’esenzione totale da imposta di registro, ipotecaria e catastale per l’acquisto della “prima casa” da parte di “giovani”. La nuova agevolazione spetta alle persone fisiche che non abbiano ancora compiuto i 36 anni d’età nell’anno in cui l’atto definitivo di acquisto della “prima casa” è stipulato. Sotto il profilo temporale l’agevolazione riguarda gli atti notarili di acquisto (contratti definitivi) stipulati nel periodo compreso tra la data di entrata in vigore della norma e il 31 dicembre 2022.
Non ci resta che attendere fiduciosi l’approvazione del Decreto. Sarà finalmente la svolta che stavamo aspettando da anni nel settore immobiliare?